Tempo fa, in un paesino di campagna, viveva un ragazzo di quindici anni. I capelli erano scuri e i suoi occhi erano castani, aveva una corporatura robusta e si chiamava Alessandro.
Il ragazzo un
giorno venne punito dal padre per aver marinato la scuola e, siccome abitava in una casa assai malandata vicino ad un campo di grano, la sua punizione fu di dover zappare la terra del campo. Quando andò al lavoro, involontariamente con la zappa schiacciò un meccanismo nascosto sotto terra e si aprì una porta nel tronco di un albero. Alessandro si avviò verso la porta molto incuriosito, entrò e vi trovò delle scale ripidissime. Dopo aver sceso queste ultime si trovò in un lungo corridoio, illuminato da torce infuocate, ne prese una e proseguì. Dopo un po' che camminava si trovò davanti ad un'altra porta, l'aprì e improvvisamente quella del tronco si chiuse dietro a lui. Adesso era in un piccolo giardino illuminato dal sole e di fronte a lui si erigeva un portone gigantesco con incisa sopra una scritta: CITTA' DI NALABASTRA.
Alessandro spinse i battenti e il portone si aprì senza nessuna fatica; al di là incontrò due soldati, che avevano catturato una ragazza e la stavano portando alla ghigliottina per tagliarle la testa, poiché aveva aiutato a fuggire un criminale. Alessandro decise di aiutarla e siccome era molto abile nel lancio del peso, tirò ai soldati due sassi trovati per terra. Questi per difendersi lasciarono il braccio della ragazza. Ella gridò ad Alessandro di scappare, altrimenti l'avrebbero ucciso. Il ragazzo obbedì ma il portone era diventato troppo pesante per lui e non riuscì ad aprirlo. Improvvisamente Alessandro cominciò a correre, ma inciampò in un tronco e svenne. Quando aprì gli occhi si ritrovò nel suo letto: era stato tutto un sogno!
Di fianco a lui,
però, c'era un sacco con su scritto: BANCA DI NALABASTRA. Alessandro non ricordava nulla dell'avventura vissuta e aprì il sacco incuriosito. Dentro vi trovò un biglietto che diceva così: "Caro Alessandro, so che non ti ricorderai più niente della mia città quando ti sveglierai, ma volevo lo stesso ringraziarti per avermi salvata; tieni la ricompensa che ti do' e sii felice". Letto il bigliettino, Alessandro guardò dentro il sacco: c'era tanto oro da poter comprare cinquanta palazzi! Così si comprò una nuova casa molto più bella, si fece una nuova vita, ma non capì mai da dove potesse essere arrivato tutto quell'oro.
Daniele - Giulia- Matteo - Noemi - Serena
(classe IID scuola media statale Matteotti, Torino, primavera 2001)